“Il diritto allo studio degli adulti tra eredità e memoria”
Report dell’incontro del 1 dicembre 2018
a cura di Francesco Pongiluppi
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Il conflitto sociale emerso alla fine degli anni Sessanta ha inciso profondamente sulla estensione e tutela del diritto allo studio dei lavoratori. Gli ultimi decenni, tuttavia, hanno posto importanti questioni relative all’accesso allo studio e all’organizzazione dell’istruzione degli adulti. Sono i dati attinenti alla dispersione scolastica e al fenomeno dell’analfabetismo di ritorno a determinare le sfide che oggi la scuola ha dinnanzi a sé. Una scuola – quella degli adulti – germogliata negli anni Settanta come risultato di una conquista storica del movimento studentesco e operaio.
Sulla base di queste premesse si è sviluppato il seminario “ll diritto allo studio dei lavoratori: la memoria, il presente, le prospettive” organizzato lo scorso primo dicembre presso il Polo del ‘900 dalla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci in collaborazione con Atelier Ideas & Research. Una iniziativa programmata all’interno del progetto “Dall’immaginazione al potere. 1968-1969” – coordinato dal Centro studi Piero Gobetti per il Polo del ‘900 – che ha visto la partecipazione di Rete CPIA Piemonte, CPIA 3 Torino, Formazione 80 e Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Il seminario ha inaugurato un ciclo destinato agli effetti politici e sociali delle lotte degli studenti, degli operai e dei cittadini per ampliare il campo dei diritti sociali. Un percorso sulla memoria ed eredità di queste lotte che la Fondazione Istituto Piemonte Gramsci – come annunciato dalla direttrice Dunia Astrologo – intende costruire nei prossimi mesi attraverso la partecipazione e il contributo congiunto di istituzioni, associazioni, movimenti e cittadini.
Questioni come il rapporto tra scuola e lavoro, il legame tra lotte operaie e lotte studentesche e il declino del sindacato come forza capace di mediare e trasmettere formazione e cultura civica sono stati i temi discussi durante questo primo incontro. Una riflessione iniziata a partire dalla straordinaria e rivoluzionaria esperienza delle “150 ore” e proseguita fino all’analisi della scuola degli adulti contemporanea, una realtà che oggi accoglie e forma non esclusivamente lavoratori ma soggetti estromessi dal mercato del lavoro e integra attraverso l’alfabetizzazione civico-linguistica i cittadini d’origine straniera.
Il capoluogo piemontese conserva una ricca memoria relativa alla storia dell’istruzione dei lavoratori, come testimoniano le immagini e i documenti conservati negli archivi del Polo del ‘900, la cui condivisione in apertura di seminario evidenziano la centralità del patrimonio storico nell’analisi del tessuto sociale, culturale ed economico del nostro territorio. Un panorama urbano che oggi si presenta assai diverso da quello immortalato da Ettore Scola nel film “Trevico- Torino, Viaggio nel Fiat-Nam”, pellicola girata nel 1973 da una troupe della Unitelefilm, la casa cinematografica dell’allora Partito Comunista Italiano (PCI). Un film, le cui scene hanno accompagnato il seminario, che mette in luce il rapporto tra lavoro, scuola ed emigrazione. Tre elementi che hanno caratterizzato mezzo secolo di istruzione degli adulti in Piemonte. Uno spazio temporale analizzato all’interno di un dibattito a cui hanno partecipato attivamente insegnanti e studenti del CPIA 3 di Torino, una tra le istituzioni scolastiche pubbliche torinesi deputate al reinserimento scolastico degli adulti, la cui dirigente Elena Guidoni ha sottolineato come questa scuola sia oggi un luogo di integrazione tra culture diverse. Un centro che nasce e si sviluppa in periferia come primo luogo di rimozione degli ostacoli sociali. Uno spazio nel quale adulti italiani, migranti, richiedenti asilo e rifugiati possono (ri)trovare un percorso altrimenti interrotto o mai intrapreso.
Restano ancora, tuttavia, profonde le distanze tra la Scuola – e nello specifico quella degli adulti – e il tessuto economico locale, tra il diritto allo studio dei lavoratori e la concreta possibilità di usufruire di permessi finalizzati anche verso un personale accrescimento culturale libero da finalità professionali. Un ingarbugliato slalom tra necessità ed opportunità, diritti e risorse, memoria, attualità e prospettive. Tanti gli stimoli, le testimonianze e i punti di vista espressi in questo seminario da Maria Chiara Acciarini, Massimo Negarville e Ivetta Fuhrmann, le cui dirette esperienze in veste di attori dell’istruzione, del sindacato e delle istituzioni hanno ripercorso i cambiamenti degli ultimi anni e le cui opinioni hanno messo in luce la necessità di costruire percorsi diversi.
Sebbene l’esperienza delle 150 ore, soprattutto nei primi anni, resti un’utopia difficilmente replicabile – anche in ragione dell’assenza nel nostro ordinamento di una selezione pubblica di un corpo docenti specializzato nell’educazione degli adulti – da questo primo seminario emerge, tuttavia, l’esigenza di ripensare alla funzione sociale dell’istruzione degli adulti. Un aspetto che il seminario ha voluto rilevare attraverso la memoria, le fonti, la storia orale, i protagonisti. Perché in una fase storica come quella attuale, caratterizzata da un’informazione istantanea e consumabile, la funzione sociale di una scuola aperta, mutualistica e per certi versi sperimentale come quella degli adulti, è una conquista da preservare in quanto luogo e veicolo di cultura.
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Sono intervenuti:
Dunia Astrologo, direttrice Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci
Ivetta Fuhrmann, autrice
Maria Chiara Acciarini, insegnante, già Sottosegretaria alle Politiche per la famiglia
Massimo Negarville, presidente Formazione 80 (ricerca, studi e progetti per l’educazione degli adulti)
Elena Guidoni, dirigente scolastico CPIA 3 Torino, Rete CPIA Piemonte
Ha moderato: Francesco Pongiluppi, dottore di ricerca in storia, Atelier Idee & Ricerca
Appuntamento a cura di Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci in collaborazione con Atelier Ideas & Research, Rete CPIA Piemonte, CPIA 3 Torino, Formazione 80 e Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
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